mercoledì 22 marzo 2017

L'essenza della memoria 2

L’istituzione della “giornata della memoria” è sicuramente un atto di doverosa testimonianza nei confronti di una pagina vergognosa della nostra storia recente, che non dovrebbe mai essere dimenticata. L’impressione è, però, che tale anniversario si stia a mano a mano riducendo ad un mero evento commemorativo, in quanto l’attualità ci sta proponendo numerosi avvenimenti che sembrerebbero dimostrare che la memoria dell’uomo è piuttosto corta. Molti ritengono che la storia insegna, ma evidentemente il genere umano non è un buon allievo, dal momento che gli errori del passato sembrano ripetersi con triste inesorabilità.

Da più parti si sostiene che la razionalità tipica dell’era moderna, unita ai valori etici di comune convivenza, dovrebbe garantire i diritti inalienabili dei singoli uomini e anche dei popoli. Purtroppo, però, la razionalità molte volte viene meno quando si entra in contatto con culture notevolmente diverse dalla nostra, alla quali si tende a guardare con sospetto.
La paura dell’uomo verso tutto ciò che è “differente” è naturale e può essere superata solo con una paziente opera di reciproca conoscenza. La paura, però, prende spesso il sopravvento sulla ragione. L’esempio più evidente è, al momento, la gestione dei flussi dei migranti provenienti dal continente africano e dalle zone di conflitto. Siamo infatti testimoni della reazione incomprensibile di alcuni Paesi dell’attuale Unione Europea che, pur avendo assistito, durante l’ultimo conflitto mondiale, alla fuga di migliaia di loro concittadini, che cercavano rifugio in altre parti del mondo per sfuggire alla guerra e alle persecuzioni razziali, adesso chiudono i confini di fronte all’esodo di persone che si trovano nelle medesime condizioni. O pensiamo alle recenti costruzioni di muri, barriere e fili spinati, sempre nell’intento di respingere l’afflusso di tanti disperati, quando solo ventotto anni fa il mondo applaudiva e gioiva per la caduta del muro di Berlino.
Stiamo, purtroppo, assistendo, in più parti del mondo, all’emergere di una preoccupante nuova deriva nazionalistica che ha poco a che vedere con i principi di civile convivenza e collaborazione, che sono stati, per esempio, alla base della nascita dell’Unione Europea nell’immediato dopoguerra. E questo anche in Paesi che da sempre si fanno paladini nel mondo dei valori di democrazia e libertà. In questi casi, né la razionalità né la memoria sono stati sufficienti ad evitare comportamenti che sono indegni di nazioni che dovrebbero essere un esempio di civiltà per tutti.


Matteo Correnti IV F

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