venerdì 6 maggio 2016

Routine

di Marcello Fonda  I C

Ormai per lui era la routine.
«Già, routine…» disse tra sé e sé mentre un razzo esplodeva sotto i suoi occhi.
Spesso si chiedeva perché facesse tutto ciò. Poco prima aveva contato rapidamente quanti lampi di mitragliatrice si accendevano in quella trincea e stimò che premendo quel bottone aveva ucciso una decina di militanti, per cui il suo totale saliva a 243. Ormai non chiudeva neanche gli occhi all’esplosione.

Gli sembrava tutto assurdo, la guerra, i raid, gli attentati, raid in risposta agli attentati, altri attentati in risposta ai raid in risposta agli… Fermò il ragionamento: doveva tornare a mitragliare le postazioni e fece una rapida inversione di rotta.
Lui, dal suo aeroplanino, uccideva terroristi, fanatici che, se non venivano eliminati da lui avrebbero ucciso altre persone innocenti, e quindi era giusto fare ciò che faceva lui. Così si era risposto diligentemente più di una volta, ma quel “è giusto” non suonava per niente giusto. La politica gli dava fastidio, per lui i terroristi avevano torto quanto chi aveva permesso loro di svilupparsi, cioè gli stessi che adesso mandavano lui a ucciderli. Così ultimamente si era convinto che lo faceva per lo stipendio e per volare.
Aveva passato la vita a studiare, vincendo borse di studio e tutti quei riconoscimenti utili ad andare avanti. Il suo sogno quella volta era di progettare aerei da costruire e pilotare e lo ispirava particolarmente il volo acrobatico… Poi venne l’attentato e a ventun anni si ritrovò con un proiettile nella gamba. Guarì ma si ritrovò senza famiglia. Solo, con la sua licenza di pilota e qualche nozione di aerodinamica. Aveva bisogno di soldi e si arruolò in aeronautica.
Ed eccolo là, nel suo cacciabombardiere a lanciare piombo ed esplosivi contro chi lo aveva portato su quella strada… Poteva essere una specie di vendetta personale, ma per lui non era così. Lui voleva volare e lo Stato gli dava l’aereo e i soldi. Per mettere in equilibrio la bilancia lui doveva ammazzare terroristi. Tutto qui. Lo ripugnava l’idea di vendicarsi in quel modo, tanto più che chi gli aveva portato via la felicità era già esploso. Tutto quello che lui faceva era per vivere.
«Assassino stipendiato!» pensò con orrore mentre scaricava il suo cannoncino su un accampamento «Com’è caduto in basso il mondo!»

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