lunedì 4 aprile 2016

Bufera doping

Gli scandali sconvolgono, ma qualche mese dopo si verificano subito altri nuovi casi

di Luca Alberti  I C

Ciclismo, atletica, calcio, basket, tennis… Nessuno sport ne è immune… I casi che tutti conosciamo: Alex Schwazer (atletica), Lance Armstrong (ciclismo), Justin Gatlin (ancora atletica), Maria Sharapova (tennis) e, purtroppo, potremmo continuare ancora con un lungo elenco. Come mai, nonostante molto di frequente si verifichino casi del genere e i controlli siano effettuati di continuo, gli atleti continuano a doparsi?
Evidentemente vale la pena correre il rischio… In effetti, chi non rischierebbe una possibile esclusione dalla attività sportiva per pochi anni contro milioni di euro di vittorie? Dopotutto gli atleti vengono pagati milioni di euro all’anno e non pensate che mi riferisca solamente al calcio dato che tra i 25 atleti mondiali più ricchi sono calciatori solamente gli ultimi tre… Alcuni esempi: Roger Federer, attuale numero tre del tennis mondiale e Paperon De Paperoni dello sport, secondo dati recenti, riceve 60 milioni di dollari annui ovvero circa 1 milione alla settimana, impressionante no? Usain Bolt, immenso campione e attuale recordman nei cento e nei duecento metri, ne riceve circa venti all’anno. Non si può dire che se la passino male… Vediamo dunque che le motivazioni per doparsi ci sono eccome. 

Ma quali sono le sostanze utilizzate per questi scopi illeciti? Spesso le sentiamo nominare ma non ci chiediamo mai cosa sono, da chi sono prodotte e da cosa sono composte. Nei più recenti casi di doping si è parlato di una sostanza chiamata Meldonium. Essa è una sostanza che viene usata come farmaco per la cura di disturbi cardiaci e che però serve a ridurre, come nella grande maggioranza dei casi di sostanze dopanti, la fatica muscolare percepita effettivamente dagli atleti. Alcune atlete incappate nella sostanza sopra nominata sono la già citata Maria Sharapova e Julija Efimova, famosa nuotatrice ed ex-campionessa del mondo  nella rana. La Efimova, già sospesa negli anni passati dall’attività agonistica, è stata nuovamente squalificata poche settimane fa proprio per l’uso del Meldonium. La sostanza è prodotta nei paesi dell’est (in particolare da una azienda farmaceutica lettone), come la maggior parte delle sostanze dopanti e, come facilmente intuibile dai nomi elencati, usata prevalentemente da atleti di quella provenienza, naturalmente con le debite eccezioni. Altre sostanze divenute celebri per i casi che vi sono collegati sono, ad esempio, il testosterone.

La WADA (World Anti-Doping Agency) recentemente, oltre a inserire nuove sostanze nell’elenco di quelle proibite, ha effettuato controlli più severi e accurati e i risultati si sono visti grazie ad alcune squalifiche di pubblico dominio.

Insomma, quello che i vecchi allenatori definirebbero “un po’ di sano agonismo” viene soppiantato da sostanze illecite che rischiano di sostituirsi a quella che è la forza e la fatica di ognuno di noi. Doparsi non è altro che ammettere di non essere al livello degli altri atleti del proprio sport.

La risposta è impegnarsi e allenarsi per sconfiggere chi è dopato, dimostrargli che non serve a niente imbrogliare e invitarlo a gridare e a proclamare come lo sport dev’essere: pulito!!! 

Nessun commento:

Posta un commento

Dicci cosa ne pensi!