sabato 30 aprile 2016

Gal - Leggiamo nell'Internet Day

Che cosa ne pensa il Giornalino dell'Internet Day ed in che modo è legato ad esso?
Mescoliamo un po' di informazione con alcune riflessioni sul passato, il presente e il futuro di quella bufera che è diventata Internet.


Ieri, il 29 aprile, ricorreva l'anniversario dei trent'anni dalla diffusione in Italia di un mezzo di comunicazione che, dagli anni '90 in poi, avrebbe rivoluzionato moltissimi aspetti della vita privata e lavorativa di ognuno di noi: Internet.

Inizialmente, Internet veniva usato soltanto per la posta elettronica (che oggi siamo più inclini a "inglesizzare" con e-mail) ed era utilizzato esclusivamente in ambito lavorativo in contesti scientifici o amministrativi, ma con l'invenzione di HTTP e del World Wide Web, abbreviato nel celeberrimo www,  nel 1991, Internet ha iniziato ad entrare nelle case di tutti, grazie anche alla diffusione dei Personal Computer.
Il primo sito web ad essere messo in rete è una presentazione del www da parte del suo creatore e al giorno d'oggi sembra scritto da uno studente di  liceo ma, a partire da quello, sono stati messi online più di un miliardo di siti web - e ne vengono creati dieci nuovi ogni due secondi.
Se ci pensate, è un numero spaventoso! I principali li conosciamo tutti: facebook.com, youtube.com, wikipedia.org, google.com, eccetera.
Al giorno d'oggi, Internet ha messo a disposizione di tutti cose impensabili fino a trent'anni fa - nel bene e nel male: dalle enciclopedie alla pornografia, dai documentari alla vendita di armi, adesso qualsiasi cosa è accessibile stando comodamente seduti davanti a uno schermo o in spiaggia, magari da un cellulare sei milioni di volte più potente del primo calcolatore.

Internet è diventato una vera e propria bufera che può portare le nostre "barche" a velocità elevatissime, ma nel quale è pericoloso navigare senza conoscerne le insidie.
Noi di Gal - Leggiamo cerchiamo di sfruttare gli aspetti positivi di questo fenomeno, mettendo a disposizione di tutti il nostro lavoro e facendo in modo che questo sia accessibile quasi ovunque, ma il nostro è un contesto ristretto e relativamente sicuro, mentre spesso sono in ballo questioni di carattere anche legale. Per esempio, quanti di voi fan di Instagram e Snapchat sanno che pubblicare foto di persone senza il loro consenso è un reato, punibile con la reclusione?
Internet viene visto dai giovani come una figata grazie alla quale possiamo fare qualsiasi cosa senza che nessuno ci rintracci, ma non è così: il fatto che il cellulare si possa spegnere silenziosamente non vuol dire che non lasci traccia; nella folla degli utenti siamo completamente riconoscibili da chi sa come farlo.
Ciò non vuol dire che sia una brutta cosa, significa solo che bisogna stare attenti a quello che si fa, perché visitare un sito web è come comprare da un'edicola: chiunque voglia spiarci può vedere che cosa compriamo.

Internet sta condizionando le nostre vite e continuerà a farlo finché esisterà la civiltà come la concepiamo noi. Dobbiamo imparare a conviverci e a sfruttarlo al massimo perché le opportunità che ci offre sono uniche. Un esempio che ci tengo a menzionare è senz'altro Wikipedia, o, meglio, Wikimedia Foundation; questa organizzazione è riuscita a creare una raccolta di conoscenze che si autoalimenta grazie al contributo di chiunque voglia scriverci. Tale risultato, dal mio punto di vista, rappresenta una delle tappe più significative nella storia della cultura umana, perché mette tutta la conoscenza umana a disposizione di tutti e rappresenta un modello a cui io, in quanto co-fondatore e responsabile di questo sito, mi sono ispirato nel mio lavoro.

Marcello Fonda  I C

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