sabato 30 aprile 2016

L’ESPERIENZA DI TRE “APPRENDISTI CICERONI FAI”

Ogni anno il FAI, Fondo Ambiente Italiano, si impegna a riportare alla luce i beni culturali delle città italiane, facendo rinascere e portando alla conoscenza dei cittadini luoghi di inestimabile bellezza, spesso però tenuti in secondo piano. 
Quest’anno il protagonista della città di Trieste è stato il Porto Vecchio, famoso in tutto il mondo per essere stato tra i più importanti e ricchi porti d’Europa, tanto che grazie ad esso la città aveva un profitto pari a quello dell’intero Regno d’Italia, e per aver costituito il primo esempio di utilizzo del cemento armato. 

Gli studenti di diversi istituti superiori, come noi, hanno fornito il loro contributo partecipando al progetto “Apprendisti Ciceroni”. Durante il nostro percorso di formazione abbiamo seguito le lezioni tenute da insegnanti, architetti ed ingegneri, tutti molto preparati, apprendendo informazioni utili sul porto e sul periodo storico in cui era collocato, sulle attività che si svolgevano al suo interno e sulle tecniche innovative che venivano sperimentate nella costruzione degli edifici. Abbiamo poi tramandato le nostre conoscenze ai nostri coetanei delle altre istituzioni scolastiche triestine durante le giornate FAI per le scuole, svolgendo il ruolo di guida all’interno della zona doganale, del magazzino 26, della centrale idrodinamica e della sottostazione di riconversione elettrica. Abbiamo così potuto far riflettere le giovani generazioni sull’inestimabile patrimonio di cui gode la città, il quale potrebbe incentivare il turismo, ma che purtroppo è in maggior parte lasciato decadere. 
Durante le giornate FAI di primavera, noi giovani “Apprendisti Ciceroni” abbiamo poi guidato alla scoperta del polo museale del Porto Vecchio oltre 8400 turisti, giunti da diverse parti del mondo per ammirare ciò che a Trieste non viene valorizzato abbastanza. In questo modo abbiamo potuto illustrare alla gente uno straordinario bene architettonico, sconosciuto a molti, tra cui gli stessi triestini. 
Personalmente, noi stessi avevamo solamente sentito parlare del Porto Vecchio, per quanto riguarda le questioni politiche e legali relative alla di sdemanializzazione e alla procedura attuata per rendere il Comune di Trieste proprietario della zona doganale del porto, la quale diventerà quindi parte della città accessibile a tutti i cittadini. Partecipare a questo progetto ci ha reso più consapevoli del valore che ha la nostra piccola città e ci ha fatto conoscere una realtà a cui eravamo estranei. Abbiamo infatti potuto conoscere l’importanza che ha per Trieste quella vecchia ferrovia che notiamo a malapena quando siamo di passaggio per viale Miramare, ma che fino a poco tempo fa indispensabile per il trasporto delle merci che giungevano al porto. Il FAI ha esteso i nostri orizzonti al di là della cinta muraria del Porto Vecchio, quella che pochi mesi or sono intravedevamo dietro alla stazione, non conoscendo il mondo che si trova al di là di essa. 
Oltre ad apportarci un grandissimo contributo sul piano delle conoscenze personali, questa esperienza con il FAI ci ha insegnato ad interagire con persone di ogni età e, in particolare, ci ha aiutato a creare dei legami con i compagni “Apprendisti Ciceroni” e ci ha fatto sentire in un ambiente familiare in cui sono stati messi a nostra disposizione anche cibo e bevande. Inoltre svolgere il ruolo di guida ci ha permesso di conoscere le nostre insicurezze e i nostri limiti, ma ci ha anche aiutato a superarli, rendendoci in grado di parlare in pubblico e facendoci sentire figure importanti che meritano di essere ascoltate perché, dopo aver studiato con impegno, possono insegnare qualcosa di interessante. Vedere le persone che ti ascoltano con attenzione genera una soddisfazione immensa, che ripaga di tutte le fatiche spese per raggiungere quell’obbiettivo. Partecipare a questo evento è stata un’esperienza molto costruttiva, che tutti dovrebbero avere la possibilità di vivere. 

Aurora Emperger 
Jacopo Marinoni 
Francesca Zetto
III C

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